Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

Artigianato e beni posizionali

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Negli scorsi articoli abbiamo parlato diverse volte di come le scelte degli Aristoi siano basate apparentemente dal cercare di distinguersi dalla massa dei cittadini, e per questo si spingono su uno stile di vita talvolta eccentrico. Il loro comportamente è in realtà estremamente razionale, anche se molti di loro non lo comprendono appieno e sono preda del costume. Gli economi parlano infatti di beni posizionali per descrivere tutti quegli oggetti e possedimenti che non hanno un valore intrinseco, ma ne possiedono solo in funzione di ciò che possiedono gli altri. La bottiglia di vino dell’annata rarissima non ha un particolare sapore, in realtà, ed il suo costo è assolutamente ingiustificato, se non dal fatto di essere una merce rara e conferire come tale prestigio sociale a colui che la possiede. Letteralmente ostentatare la propria ricchezza ed il proprio potere tramite i propri possedimenti.

Per quanto questo non venga detto esplicitamente, tutti partecipano più o meno in questo tipo di competizione, tanto che secondo molti psicologi la maniera migliore per sentirsi felice e realizzati nella vita è quello di trasferirsi in un quartiere più povero in modo da poter essere “il migliore” fra coloro che ci circondano. Per gli Aristoi questo principio è estremizzato: buona parte di loro possiedono già tutto ciò che serve e più, e sono arrivati al punto che per mostrare la loro ricchezza tramite la mera quantità dovrebbero esaurire le risorse pubbliche. Inoltre non si può far impressione sui proprio pari possedendo un milione di magliette, perché tanto se ne indosserà sempre e solo una alla volta. Una maglietta intessuta a mano, con trama in vero filo d’oro e decorazione in diamanti indossata come se niente fosse invece, può iniziare a far scena.

Questa competizione (che è la stessa che porta i piccoli criminali di periferia a sfoggiare catenoni d’oro per farsi belli dei soldi che hanno) ha raggiunto negli anni un livello estremo. Non solo la quantità non basta più, ma anche il tipo di materiali usati ad un certo punto diventa irrilevante: c’è un limite a quanto si possa ricoprire una superficie d’oro, diamanti e madreperla prima di risultare pacchiani (la risposta è: poco). La nuova frontiera della nobiltà è l’artigianato. Il valore degli oggetti non è dato soltanto dal materiale di pregio e la lavorazione raffinata, ma dal fatto che un essere umano ha speso tempo ed energie enormi prima per apprendere come costruire un certo oggetto, in aggiunta l’essere realizzato solo per quella persona.

Un buon sarto può diventare una rock star, con grandi Aristoi che si prenotano ed aspettano mesi per poter avere un suo completo. Ancora più di oggi nell’Aegis Aurea c’è l’idea che il lavoro umano nobiliti un oggetto. Per quanto l’industria possa essere avanzata, il tocco umano ha qualcosa di speciale (e sappiamo bene cosa succeda con le credenze in Aegis Aurea). Il banchetto per il compleanno della figlia che fa il debutto in alta società sarà quindi accompagnato da carne di cacciagione vera, cacciata al di fuori dei confini imperiali usando solo armi antiche, in una lotta primordiale fra l’uomo e la bestia. Non potrete assaggiare da nessun’altra parte un sapore così.

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