Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

Il sessismo in Aegis Aurea

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I rapporti fra uomo e donna sono sempre stati uno dei centri principali della discussione sulla morale. Dire che ci siano opinioni discordanti su come siano effettivamente strutturate queste relazioni, sulla componente sociale contro quella biologica, è quantomeno riduttivo.

La situazione in Aegis Aurea per certi versi rispecchia la situazione moderna. Nell’Impero, soprattutto nelle province centrali, la differenza fra i sessi è fondamentalmente nulla. Le differenze biologiche fra i due generi sono riconosciuti, ma semplicemente nessuno si metterebbe a discutere seriamente della competenza di una donna rispetto alla controparte maschile. Ovviamente parliamo a livello di società; individue sessisti di entrambi i generi esistono ed esisteranno sempre.

Questa forma di parità è di levatura abbastanza antica, in quanto la parità di fatto è presente da quasi un secolo. Ricordiamo che, oltre ad aver avuto tre Imperatrici (anche se una morta prematuramente)  negli ultimi cinque, molte figure storiche di rilevanza sono femminili: un esempio cardine è la Legata Dafne, la direttrice della NOAM che è stata la principale responsabile della moderna organizzazione delle forze di repressione magica in tutto l’impero, suddivisione ancora oggi sostanzialmente immutata. Questa parità è effettiva su tutti i livelli sociali: si trova sostanzialmente la stessa percentuale di professori universitari donna rispetto al numero di muratori.

Questo non significa che la società abbia smesso di sessualizzare le donne, ma che anzi abbia assunto la stessa mentalità nei confronti degli uomini. Modelli, star televisive e simili fanno carriere sfolgoranti anche solo in funzione del loro effetto, e la prostituzione è rampante per entrambi i sessi (e molto più libertina a proposito di nuove esperienze). Il mercato ha realizzato che il sesso non solo vende, ma vende bene con entrambi i generi.

Al contrario, allontanandosi dal centro dell’Impero, andando nella periferia e fuori, dove la vita diventa progressivamente più difficile, la società si sposta verso una maggiore diversificazione dei ruoli di genere. La donna diventa la dama da proteggere ed accudire, eventualmente anche da se stessa, mentre l’uomo diventa sempre di più un ingranaggio della macchina che deve difendere la donna a costo della propria vita. Questo tipo di comportamento è estremizzato nei piccoli villaggi perduti al di fuori dei territori mediterranei.

Questa è tristemente una questione di strategie di sopravvivenza e selezione di gruppo. Negli anni oscuri del secondo medioevo, in cui la mortalità era incredibilmente alta, i gruppi che davano una maggior importanza alla vita femminile, in grado di riprodursi, avevano più possibilità di riprendersi da attacchi, malattie, invasioni e simili. La faccia della medaglia del dare questa importanza alla capacità riproduttiva femminile è che questa viene sostanzialmente ritenuta più importante della libertà della donna che possiede questa capacità. Queste società si trovano costrettea trattare le donne come recluse a cui non si può torcere un capello e gli uomini come pedine sacrificabili per la difesa della comunità, entrambi prigionieri della stessa macchina spietata della necessità.

Questa situazione non significa che villaggi e città con una situazione più bilanciata non possano esistere, o che sia impossibile per una donna proveniente da questi paesi scegliere la via della guerra, ma che questa richiederà molta più determinazione ed opposizione sociale rispetto all’interno dell’Impero, dove viene considerata una scelta come qualsiasi altra.

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