Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

Cappuccino e cornetto a spasso per l’Impero

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Ci sono molti cibi che diamo per scontati nel ventunesimo secolo, cibi che provengono da paesi lontani. Cioccolato, caffè, tè, spezie. Diamo per scontato che essi arrivino sulla nostra tavola, ma siamo ignari della storia che ciascuno di quei granelli ha. L’intero impero britannico, l’impero su cui non tramontava mai il sole, è stato costruito sul commercio di cibo e spezie assortiti. La tratta degli schiavi americani, centinaia di milioni di persone, legati alla canna da zucchero ed il cotone.

L’Impero mediterraneo è vasto e potente, ma non si estende ai climi tropicali dove buona parte di queste piante cresce in abbondanza e rigogliose, sprigionando al massimo le loro essenze. Certo, le serre aiutano, ma non possono fare miracoli, e risultano estremamente più costose delle normale coltivazione a terra. Tutti questi cibi sono quindi presenti, ma molto costosi, e la cucina si è modificata di conseguenza.

Il cioccolato è praticamente sparito dai dolci più comuni, ed è riservato alle occasioni speciali, quasi mai mangiato puro ma usato insieme ad altri ingredienti per valorizzarlo (ed usarne meno). Il cacao, in quanto ingrediente prezioso, è diventato un ingrediente molto comune nella cucina di alto livello, che ne sfrutta le componenti amare e corpose. Insomma, a fianco della pasta con il tartufo bianco, i menù più raffinati propongono anche quella con una spolverata di cacao.

Per il caffè vale un discorso simile, ma meno radicale. Essendo per buona parte della popolazione una parte integrante della dieta giornaliera piuttosto che uno sfizio, sono stati commercializzati numerosissimi surrogati di caffè. Il normale cittadino beve una brodaglia che non ha mai visto un chicco di caffè, ma che riesce comunque ad imitarne il sapore in modo dignitoso, con l’aggiunta dell’ampia gamma di varianti che la produzione sintetica permette. Nelle zone più povere spesso non si pretende neppure di bere il caffè surrogato e si mescola direttamente una pillola di caffeina in mezzo al resto. Per via di questa sua diffusione e popolarità, la pianta di caffè non ha mai raggiunto lo stesso status di cibo ricercato che ha il cacao, e come bevanda per i ricchi è stata ampiamente soppiantata dal tè.

Il tè infatti ha tre grandi vantaggi che lo rendono appetibile per gli aristocratici. Per prima cosa, non è una bevanda comune fra i cittadini per via della poca richiesta e quindi dell’altro costo. Esistono moltissime varietà, che permettono ai vari ricchi di competere a chi ha i gusti più raffinati. Infine, la necessità di usare tecniche di preparazione raffinate, con tempistiche, temperature e miscelazioni diverse per ogni varietà, rende l’approccio snobbista più semplice. Non è inoltre da trascurare l’influenza che le popolazione asiatiche hanno avuto sulle grandi famiglie Aristoi tanto che una delle maggiori, i Dokotori, ha origini giapponesi.

Un discorso simile vale per le spezie esotiche: la difficoltà di produrle in serie e lo scarso utilizzo che se ne fà nella cucina tradizionale, ha portato il cibo dei normali cittadini ad allinearsi con quelli più tradizionali, mentre gli Aristoi tendono ad usare un gran quantitativo di spezie, soprattutto come maniera per provare la loro ricchezza, tipicamente provenienti da coltivazioni personali o comunque dedicate.

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