Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

Licenza di pratica magica

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L’Impero ha, al di sopra di tutto, una mentalità estremamente pragmatica. Le regole servono per far funzionare la società: quando le necessità e le regole sono in conflitto, queste ultime possono essere piegate e distorte secondo necessità.

Secondo l’editto Prohibitio artes obscuras, la magia è non solo proibita, ma nessuno dovrebbe anche avvicinarcisi. Eppure, per necessità, l’intera arma di repressione magica è stata creata, fornendola delle armi necessarie a combattere la magia: la magia stessa. Questa prima infrazione delle regole, causata dalla guerra contro le Orde Russe, ha portato con il tempo ad un atteggiamento più gentile nei confronti della popolazione. In particolare ci sono tre casi in cui l’eccezione alle regole è stata confermata in via legale.

La prima sono i cacciatori (tipicamente di creature, ma in alcuni casi anche di maghi) autorizzati. Tecnicamente per un privato cittadino dovrebbe essere impossibile fare il cacciatore di taglie di entità magiche per via del pericolo intrinseco nell’attività e l’esposizione alla magia. La NOAM, d’altro canto, è estremamente sotto dimensionata per affrontare le sfide che le vengono poste davanti. È diventata quindi una specie di usanza negli ultimi anni quella di concedere delle licenze speciali ad alcuni cacciatori la cui abilità sia stata comprovata. A questi cacciatori è concesso il diritto di dare la caccia a maghi e creature che siano stati messi nelle liste della NOAM, a fronte di una ricompensa. Questa pratica è ovviamente guardata molto di sospetto dai cittadini, in quanto mette il ruolo della polizia in mano ai privati. La difesa di questa pratica è che il permesso riguarda soltanto la caccia di creature magiche, non l’utilizzo della magia. Un cacciatore è in teoria autorizzato ad andare a caccia di maghi quanto vuole, a patto che non lo sia a sua volta. Data la difficoltà di cacciare senza avere capacità magiche (escludendo la capacità di percepire la magia), talvolta la NOAM chiude un occhio sullla possibilità che i cacciatori più fidati imparino ed usino la magia, fintanto che questa cosa viene fatta con la massima discrezione.

Nel caso fosse necessario avere il mago in questione direttamente sotto le redini della NOAM, soprattutto nel caso debba essere molto attivo, è possibile istituzionalizzarlo come collaboratore. Questa posizione ha uno status che può variare molto da persona a persona, ma la sostanza di base rimane sempre la stessa: il collaboratore sarà seguito da un agente NOAM di riferimento, che se ne prende carico e responsabilità, e potrà compiere magie soltanto sotto la sua supervisione, pena l’arresto. Ovviamente il rapporto con il referente cambia completamente le dinamiche della relazione: referenti più rilassati potrebbero lasciar girare il collaboratore libero di fare quel che vuole, mentre referenti più restrittivi possono rendere le cose molto più difficili.

Nei casi in cui l’attività del mago sia comprovata di essere socialmente utile (ad esempio un guaritore), la soluzione di default è includerlo come collaboratore esterno, per poi avere un agente prestanome che faccia da referente. In questi casi, estremamente rari, il mago è lasciato sostanzialmente libero di compiere il suo lavoro, a patto che sia molto, molto cauto nel suo operato, e che si attenga alla lettera a quanto richiesto dal referente della NOAM. Il caso più famoso di collaborazione esterna di questo tipo è quella con le sorelle della Luna di Venezia, che sono riuscite a strappare diversi decenni fa questo status speciale per la prima volta grazie all’intercessione dell’agente assegnato al caso. In quanto esclusivamente dedicate alle magie di guarigione, e soltanto al di fuori della zona cittadina, i capi NOAM sono stati convinti che la loro esistenza non costituisse effettivo pericolo per la comunità.

Un simile rapporto si ha con le scuole di arti marziali magiche. Per quanto siano generalmente molto mal viste dalla NOAM, si è arrivato ad un armistizio in cui le scuole vengono lasciate in pace fintanto che le persone normali rimangono completamente esclude dalle loro diatribe. L’alternativa sarebbe stata una guerra aperta con loro, che devasterebbe la capacità della NOAM di portare a termine le sue operazioni più importanti. Questa strana tolleranza fra i due è nata durante la guerra civile mutante, in cui la NOAM è stata costretta a ricorrere all’aiuto di questi combattenti per tenere i mutanti in argine senza devastare la società.

Insomma, come si diceva, per ogni situazione, a seconda dei casi, la giusta scappatoia legale può sempre essere trovata.

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