Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

L’arte della magia – parte 1

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Oggi torniamo a dedicare attenzione ai maghi, ed in particolare a come essi riescano a plasmare la realtà intorno a loro. In Aegis il modo in cui la magia funziona è strettamente correlato con il suo uso in termini di gioco e, seppure non sia impossibile utilizzarla senza una buona comprensione, risulterebbe profondamente limitata se usata senza cognizione di causa.

Questa complicatezza non nasce da un desiderio di elitarismo, o per rendere difficile la vita del giocatore, quando è un riflesso del modo in cui questa è venuta ad essere e del lungo processo di inclusione e bilanciamento nel gioco.

Come ho scritto in precedenza (colpovolmente dimenticandomi di citare la saga dei belgariad di David Eddings), le idee fondamentali della magia germogliano da un misto di letteratura fantasy e diligente studio dell’esoterismo reale. Il mio desiderio è sempre stato quello di riuscire a dare la stessa libertà che si sprigionava dalle pagine dei libri, e di essere in grado di includere come reali tutte (o quasi) le pratiche religiose e magiche contemporanee.

Quindi, in cosa consiste in effetti la “magia” operata dai maghi? Iniziamo dal principio. La nostra realtà è separata dal mondo Onirico da quello che è chiamato il Velo. La realtà è così come la conosciamo noi, solida ed immutabile. L’onirico è invece il regno delle idee, della creatività, delle emozioni, dei sogni, in cui ogni singolo pensiero può rimodellare la realtà intorno a voi. Questi due mondi (anche se nel caso dell’onirico di potrebbe parlare di universo, o anche multiverso) normalmente non si influenza a vicenda, perchè il Velo li tiene ben separati. Quando il velo diventa più sottile è possibile che ci sia interazione reciproca: il mondo avvicina parti dell’onirico in base a quello che succede, mentre l’onirico altera le leggi della realtà in modo più o meno profondo. Questo perà succede solo sotto l’influenza diretta dell’onirico; una volta che il velo riprende il suo spessore, la realtà cerca di rigettare questa influenza esterna e tornare al suo stato di quiete.

Il mago in tutto questo ha imparato non solo a rendere il velo più sottile, ma a strapparlo (almeno temporaneamente) e lasciar fluire liberamente le energie dell’Onirico nel mondo. La realtà si oppone a questa apertura, quindi mantenerla richiede un grande dispendio di energia, ma nel frattempo il mago è libero di lasciar fluire tutta l’energia che è in grado di manipolare e farle fare ciò che vuole. Questa energia rispecchia infatti i desideri e pensieri del mago, permettendogli di alterare la realtà direttamente. Il modo in cui il mago riesce a squarciare il velo è chiamata la via magica, e sarà argomento di discussione per la prossima volta; questa volta ci preoccupiamo di come possa il mago imporre la sua volontà sull’energia dell’onirico.

Il problema è che l’onirico risponde a tutta la mente umana, con preferenza per alcuni pensieri piuttosto che altri (in cima alla lista le emozioni, ed in particolarmento desiderio, paura e dolore). Ora provate a fissare il muro bianco di fronte a voi e pensare per 30 secondi ininterrotamente la stessa cosa, senza che il minimo dettaglio esterno vi distragga anche minimamente. Difficile? ecco, immaginate cosa possa essere cercare di domare la magia. In linea di principio il mago addestrato può imporre sulla magia qualsiasi pensiero e questa lo eseguirà, ma il più delle volte si distrarrà e tutto il suo potere si disperderà in un fiume incoerente senza alcun effetto (o con effetti negativi). Inoltre la confidenza del mago ha un ruolo molto importante e, dopo un fallimento, il successo della stessa azione risulta ancora più difficile.

Data la difficoltà di mantenere aperto questo collegamento ed il desiderio di compiere azioni sempre più complesse (che richiedono quindi una concentrazione sempre più ferrea) ha portato alla ricerca di una soluzione a questo problema. Questa soluzione arriva nella forma delle forme magiche e dei rituali.

Le forme magiche non sono altro che una serie di “scuole di pensiero”, delle specie di mantra che aiutano il mago a fissare il proprio pensiero in certe forme. Aiutano il mago a raggiungere un livello di concentrazione più elevato, ma in cambio, come tutti i modelli della realtà, possono riuscire solo in una descrizione parziale. Un elementalista ragiona il mondo in termini dei suoi elementi essenziali e delle forze che li muovono, ma proprio per via di questo modo di pensare trova difficilissimo modificare la natura di questi elementi come potrebbe fare un metamorfa.

Queste scuole di magia non hanno nulla di intrinsecamente speciale. Le cinque scuole maggiori presentate nel manuale non sono migliori o più potenti, sono solo le più diffuse, che si dividono la gran maggior parte dei maghi. Ogni mago è però libero di apprendere nuovi modi di ragionare, di studiarli da solo dedicandoci tempo ed energia. Per quanto la presenza di cinque scuole faccia pensare che la magia sia una cosa regolare, in realtà ciascun mago utilizza il proprio modo di ragionare, anche all’interno di una stessa scuola, e non ci sono due maghi che usino elementalismo nello stesso modo. Preferenze per un elemento, oppure per un tipo particolare di manipolazione, tutte queste cose si sommano per generare un tipo di magia caratteristico di quella persona. Questo sta alla base del così detto marchio magico, l’impronta digitale che individua univocamente un mago (se uno è in grado di percepire la magia nel modo corretto).

Nulla vieta però di creare una forma magica specifica per un singolo personaggio, in quanto unico nel suo modo di pensare. I forma semplificata questo è dato dai vari tratti per la magia (magia feticista, magia concettuale e simili), ma se si desidera si è liberissimi di scrivere la propria forma magica in accordo con il narratore, definendo le difficoltà e le limitazione dell’uso della magia per il proprio personaggio.

La stessa libertà non c’è invece per i rituali, che saranno però argomento per la prossima puntata…

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