Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

Personaggi dell’Impero: Nikolai Malìnic (parte 1)

man-544542_1920

“Signora Caprari, le intenzioni della Ferden credo le siano chiare, altrimenti io non sarei qui.” disse Nicolai.
Era comodamente allungato sullo schienale della sedia, il completo blu lucido e la camicia bianca tesi sulle spalle larghe e il ventre prominente. Era in una sala riunioni come migliaia ne aveva viste, ma lo incuriosiva la scelta di Caprari di incontrarlo in una con le pareti di vetro. Tutta quella trasparenza gli comunicava qualcosa.
Alessandra Caprari, alla sua sinistra, sbuffò e si tese in un sorriso. “Certo io so chi è lei. E questo chiarisce molte cose.”
Malìnic allargò le mani in un gesto di falsa modestia. “A quanto pare avere una reputazione serve, allora. A volte.”
“Credo che si sia preso un inutile disturbo nel venire fin qua, come avevo anticipato alla sua segretaria.”
Nicolai si raddrizzò sulla sedia appoggiando sul tavolo una busta. Era nera, stretta e lunga stava in piedi perchè fatta di una carta spessa e rigida. Buste di quelle che avrebbero potuto contenere gioielli o orologi di pregio.
Proseguì nel fissare il proprio interlocutore, ma per un attimo avvertì nei colori sfocati dell’ufficio fuori dalla sala, gli occhi voltarsi, l’attenzione catturata da quel movimento improvviso. Si concentrò su Caprari, curioso di sapere come avrebbe reagito.
La donna scosse lievemente la testa.
“Pensavo che per cose di questo genere si usasse una valigetta. Di pelle. Sa, tipo ventiquattrore.”
Nicolai sorrise sincero. “Sa già che l’offerta che le ho fatto per comprare questo posto richiederebbe qualche decina di ventiquattrore. La apra.”
Caprari attese un momento, mordendosi un labbro, poi si alzò e fece due passi, scanditi dal rumore di tacchi sul pavimento di legno sbiancato e laccato. Freddo e lucido, dava a Nicolai l’impressione di camminare sul latte.
La donna si sporse a guardare il contenuto della busta e il pendente della sua collana oscillò nell’aria sotto il suo mento. Un’espressione interrogativa le percorse il volto, quindi infilò la mano nella busta.
Ne estrasse una maschera di legno scuro, dalle fattezze spigolose, un volto umano duro e rabbioso.
“Mi dicevate che amate molto trascorrere le vostre vacanze nei protettorati Africani.”
Per la prima volta la dottoressa Caprari gli rivolse un sorriso sincero, sorpreso. Portava bene i suoi quasi cinquant’anni e, anche se forse non era mai stata una donna particolarmente bella, l’età l’aveva resa più seducente. Si forzava in abiti eleganti anche sotto il camice da laboratorio e Nicolai aveva notato fin dalla loro prima conversazione quella duplice personalità.
“Dottor Malìnic, sta cercando di sedurmi?” lo canzonò lei.
Le piantò addosso il suo sguardo più gelido. “Ho pensato che potesse essere un buon viatico per la nostra conversazione farle omaggio di qualcosa che possa condividere con suo figlio. So che ha una grande collezione di queste a Nuova Tripoli. Magari potremmo venire a farvi una sorpresa, mi capita spesso di passare di lì.”
Caprari fece un passo indietro, quindi guardò meglio la maschera. Nicolai vide il panico farsi strada sulla sua fronte e nei suoi occhi, quindi si concentrò su di lei.
Dapprima flebile sentì montare la magia della donna come un’onda mentre setacciava il legno alla ricerca della minaccia concreta che si accoppiasse con quella sibilante che lui le aveva fatto poco prima. Poi, non trovando nulla, come sul bagnasciuga l’onda si ritrasse. Nicolai non si sorprese, non era la prima imprenditrice e fare una fortuna utilizzando con scaltrezza la magia. Il ritmo di ricerca e sviluppo di quell’azienda era stato pazzesco negli ultimi anni, pur in un campo innovativo come quello delle biotecnologie per le coltivazioni intensive e ora avevano diversi brevetti preziosissimi da poter avviare alla produzione di massa.
La donna si voltò verso di lui, il viso in fiamme. “Se ne vada.”
Nicolai era già in piedi, una mano stretta sulla busta nera. “Tenga la maschera per ricordo. Magari quello sguardo le farà cambiare idea. Sa dove trovarmi.”
Le voltò le spalle e a passi lunghi si fece accompagnare all’eliporto sul tetto del business center. Una volta decollati avvio una chiamata.
“Buonasera Luca.”
“Nikolai. Cosa ti serve?” la voce del tenente Giunchi del nucleo operativo anti-magia di Firenze era veloce e tagliente. Come sempre.

Nessun commento ancora

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *