Benvenuti nel mediterraneo del 23° secolo, benvenuti in ciò che rimane del Regno dell'Uomo. Immergetevi nell'atmosfera cupa del Terzo Impero Mediterraneo: sperimentate l'opprimente società nata dalle ceneri della vecchia, distrutta dall'arrivo della magia. Trovate il vostro posto in un mondo in cui l'occulto è temuto e proibito, eppure subdolamente presente. Cercate di sopravvivere alle faide fra le famiglie aristoi e alla spietata competizione per il monopolio commerciale delle corporazioni. Lasciate la vostra impronta su un mondo ampio a sfaccettato, dalle torri e gli slum delle più grandi città ai territori alla periferia dell'impero che devono combattere per la sopravvivenza!

Personaggi dell’Impero: Padre Fabio

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L’aria nella cappella era pesante e carica di umidità. Quattro panche malconce riempivano lo spazio di fronte all’altare. Erano di un marrone caldo che spiccava sul bianco e grigio della pietra delle pareti.
Padre Fabio era inginocchiato su uno di queste, in prima fila. Recitava lentamente un rosario e nessuno nelle vicinanze era lì ad ascoltarlo sussurrare.
Nudo fino alla cintola la schiena e le braccia muscolose erano cosparse di cicatrici e attraversate da alcuni ampi screzi rosso rubino che presto si sarebbero aggiunti a quella dolorosa collezione di marchi.
Il pensiero del prete tornò all’esorcismo di qualche ora prima, ai tentacoli della bestia che era esplosa nella stanza quando aveva completato il rito di liberazione sulla piccola Patrizia.
Non si era aspettato un incubo così potente, per fortuna gli Arcangeli erano venuti nuovamente in suo soccorso.
“Hai agito bene.” sentenziò Gabriele, la voce chiara che sembrava provenire dal fondo della stanza.
“La… la… la…” tartagliò Fabio “la ragazzina ha rischiato di morire.”
“Siamo riusciti a salvarla, nevi.” La voce di Raffaele gli percorse le spalle come acqua, scaldandogli le ferite che presto presero a ritrarsi, mentre il dolore lentamente scompariva.
Il buio circostante fu momentaneamente scacciato dalla luce blu del cellulare di Padre Fabio, sembrò un faro, quando arrivarono in rapida successione dei messaggi da Maria, sua sorella minore.
L’uomo lesse rapidamente, quindi riprese il rosario, incespicando e faticando nel pronunciare le preghiere; la mente affollata dalla preoccupazione per la sua famiglia, lontana nella capitale mentre lui era in missione da qualche mese ormai, assorbito da una caccia ad un diabolico evocatore a Verona.
“Torna alle preghiere, khayal, la battaglia non è ancora finita.” disse Michele. Riconobbe la propria voce, temprata dal timbro dell’arcangelo, echeggiare per qualche attimo tra le colonne.
Terminato il rosario qualche minuto più tardi, Padre Fabio ripose con cura l’ampolla e l’ostiario con cui aveva officiato il suo rito di guarigione. Dopo essersi caricato lo zaino sulle spalle nude recuperò la spada e la sguainò.
La lama venne percorsa da una scintilla e prese a fiammeggiare violentemente, illuminando la cappella. L’uomo inforcò dei pesanti occhiali da sole prima di percorrere la piccola navata con lunghi passi ed uscire all’aria aperta della sera.
“Sta acquisendo un che di teatrale.” disse Raffaele.
“Già. Speriamo non si monti la testa.”
Un grugnito di disappunto di Michele, chiuse la discussione.


Ho ideato Fabio Roversi diverso tempo fa, incuriosito dall’ambiguità che poteva crearsi in Aegis per un uomo di Chiesa che fosse venuto in contatto con delle reliquie sacre.
Padre Fabio è un ex-esorcista di circa quarant’anni allontanato dalla Chiesa a causa di una certa difficoltà ad essere controllato dai suoi superiori. Questo non è dovuto all’animo ribelle del prete: parliamo infatti di un introverso, timido e conservatore molto rispettoso delle gerarchie ecclesiastiche ma che sembra affetto da una violenta schizofrenia che lo porta a parlare da solo rivolgendosi ai tre Arcangeli maggiori, seguendone spesso le indicazioni anche infrangendo quindi gli ordini dei propri superiori.
Padre Fabio ha però una peculiarità, che alla curia non è nota, possiede tre oggetti magici di grande potere:
– la spada di Michele, la cui lama si avvolge di fiamme in combattimento e rende il proprietario uno spadaccino temibile rafforzandone al tempo stesso le caratteristiche tipiche di un condottiero (ad esempio il carisma);
– l’ostiario di Gabriele che rafforza il fisico del portatore, rendendolo più agile e forte, donandogli inoltre una pervadente aura di minaccia;
– l’ampolla di Raffaele, che tramuta il suo proprietario in un medico eccellente, donandogli le conoscenze, l’abilità e l’empatia necessaria a gestire i malati.

Come sempre in Aegis, ogni potere arriva con un prezzo e Padre Fabio è afflitto da una paranoia invadente e emicranie continue che cerca di limitare con l’utilizzo abituale di antidolorifici di cui non può più fare a meno. Gli occhiali da sole non sono quindi un omaggio a Blade ma una necessità, per limitare i dolori alla testa che le luci troppo forti gli causano.
Completano il background di questo personaggio il rapporto strettissimo, affettuoso e al tempo stesso doloroso con la sua famiglia d’origine – una sorella decisamente più giovane e la madre – che non capiscono cosa un uomo di Chiesa faccia nelle sue missioni in giro per l’Impero e perché non possa semplicemente essere il parroco della loro comunità.
Sul lastrico e ripudiato dalla Chiesa – che non l’ha perseguitato solo per la sua forte amicizia col potentissimo Cardinale Bruno Pacelli – Padre Fabio viene spinto continuamente dalle voci degli Arcangeli in una lotta ossessiva contro le creature del demonio e mantiene se stesso e la famiglia con quel che di valore riesce a recuperare durante le sue avventure.

L’ossessione di Fabio è quella di ogni schizofrenico: le voci che sente sono reali?
Voi cosa ne pensate? In Aegis Aurea potrebbe Padre Fabio essere affiancato dai veri spiriti degli Arcangeli?

Link alla scheda del personaggio.

Padre Fabio Roversi

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